domenica 12 dicembre 2010

Non ne posso più!

Salve a tutti, sono un medico che non riesce più a lavorare serenamente; la nostra professione è ormai diventata difficilissima, gravata da un pericoloso stato di iperresponabilità, infangata ogni giorno da organi di stampa, sottoposta a continui procedimenti giudiziari con condanne, talvolta incredibili e spropositate; tutto questo getta nello sconforto e nella paura anche chi di questo lavoro ha sempre fatto una missione. Ma nonostante ciò tutti noi sembriamo ignorare il problema.
Continuiamo ad accettare sempre più ingiustizie e mortificazioni, immersi nel nostro pesante lavoro, con la speranza che non ci accada nulla di male o con la rassegnazione di chi ormai attende solo qualche criticità per abbandonare questa professione e magari anticipare il pensionamento.
Eppure noi esercitiamo un lavoro unico e insostituibile.
La colpa di questa situazione è solo nostra, presi troppo a curare i nostri interessi personali trascuriamo la difesa dei nostri diritti, della nostra categoria che ormai è il bersaglio di tutti.
E' di pochi giorni fa la notizia che alcuni colleghi sono stati picchiati dai parenti di un ragazzo deceduto: nessuno organo di stampa ha minimamente considerato quello che è stato lo stress emotivo e la drammaticità della situazione che hanno dovuto affrontare quei medici, già sconvolti dalla morte del paziente e poi incriminati e puniti prima ancora che dalla magistratura dai familiari del ragazzo. Ovviamente il primo passo della magistratura è stato quello di incriminarli per omicidio colposo, atto dovuto (ma siamo sicuri?).
Vi invito a costruire con me un blog  che ci aiuti a prendere coscienza della nostra situazione e costruire la consapevolezza che che possiamo rivendicare. Vi invito a segnalarmi tutto quello che accade nel nostro paese e nel mondo, di bene e di male relativo al nostro status lavorativo.

1 commento:

  1. Sono un medico di rsa. Vivo quotidianamente la paura ed il disagio del nostro lavoro. Noto con tristezza una certa indifferenza da parte della maggioranza dei colleghi, troppo impegnati a coltivare il loro orticello fregandosene di tutto e di tutti... La causa dei nostri problemi siamo noi che per interesse o comodità negli anni scorsi abbiamo sputtanato la nostra immagine, ridotti a zimbelli massacrati da una società malata. Soluzioni? O adeguarsi (giammai...), emigrare (Africa, Asia...) o smettere di esercitare (chi se lo può permettere). Restare e lottare? Per cosa? Per andare incontro a continue delusioni che ti avvelenano la vita? Scusate lo sfogo, ma sono proprio deluso ed amareggiato...

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