martedì 15 febbraio 2011

Per i medici del Pronto Soccorso

Tutti i medici, se veramente tali, operano ormai in condizioni di lavoro impossibili, gravati da responsabilità, limitazioni organizzative e oneri burocratici insopportabili: questo  riguarda ogni categoria di medici. Medici di famiglia, medici di guardie mediche, medici ospedalieri, medici specializzandi, medici delle Forze Armate e così via. Un pensiero particolare meritano però i medici del Pronto Soccorso. Il Pronto Soccorso ormai si sta trasformando in un vero e proprio Reparto (da non confondere con la Medicina di Urgenza), dove vengono parcheggiati pazienti (anche instabili) sulle loro barelle, in attesa di essere collocati in qualche Reparto e qui possono rimanere anche più di 24 ore; il povero medico di turno quindi, oltre che valutare di volta in volta i nuovi pazienti, deve provvedere a curare e monitorare anche quelli "parcheggiati": questo non per colpa sua ma delle nostre amministrazioni che tagliano posti letto a destra e a manca: questi amministratori, anche se talora laureati in Medicina, non hanno la minima idea di cosa significhi fare il medico e curare la gente. Tagliano, tagliano e tagliano...ma solo dove conviene a loro...tanto poi se succede qualcosa tutto cade sulle spalle del medico di turno e loro, al massimo, garantiranno in televisione approfondimenti ed eventuali sanzioni (ulteriori). Però pensandoci bene la colpa non può non essere del medico che lavora al Pronto Soccorso; anzi in fondo è lui il maggiore colpevole: non perchè ha accetttato o scelto questo lavoro ma perchè accetta di lavorare in queste condizioni. Ho amici medici che spesso ironizzano o scherzano (probabilmente per esorcizzare) certe paradossali e pericolose situazioni strutturali che devono gestire al Pronto Soccorso: non c'è niente da ridere, semmai molto da piangere, anzi urlare: se continuate a stare zitti e subire in silenzio probabilmente è perchè sperate che la situazione migliorerà spontaneamente oppure perchè aspettate che succeda qualcosa di grave (magari al collega) che evidenzierà in modo clamoroso certe anomalìe: o non vi rendete conto delle responsabilità che avete, o siete semplicemente degli illusi condannati prima o poi a pagare questa vostra complicità. Intanto beccatevi (lo dico ovviamente ironicamente, vi ho nel cuore) l'obbligo di certificazioni di malattia: sapete che succederà ora? Provate ad immaginarlo...e continuate a stare zitti, mi raccomando, voi ed i vostri Primari.

Muore al Pronto Soccorso dopo 8 ore di attesa
PS: a proposito del decesso al Pronto Soccorso di Cassino: appena uscita la notizia si informava che la donna era stata 8 ore senza essere stata visitata al PS; solo dopo (a sputtanata ormai avvenuta) "si è permesso" al medico di precisare che la stessa era stata praticamente visitata subito, anche se effettivamente non immediatamente collocata nel Reparto internistico di sua competenza: chi secondo voi pagherà alla fine? 

venerdì 11 febbraio 2011

Finalmente!

Quando al TG5 ho sentito che si iniziava a parlare di un Ospedale mi aspettavo la solita musica: qualche medico sbattuto in prima pagina e trattato come un criminale e giornalisti scandalizzati a urlare l'ennesimo scandalo riportando notizie in maniera approssimativa e sommaria pur di infangare la nostra categoria. Immancabile sarebbe stata anche l'intervista, oltre che hai familiari, al Direttore Sanitario di turno, o chi per lui, pronto a garantire i dovuti approfondimenti senza spiegare magari che in quell'Ospedale i medici sono sottoposti a turni massacranti che potrebbero avere contribuito al presunto errore.
Invece no! Finalmente una notizia incoraggiante: in un Reparto di Chirurgia è emersa in maniera eclatante l'estrema precarietà in cui siamo costretti a lavorare ma questa volta no a spese del medico (e della sua assicurazione): in seguito alla malattia di alcuni colleghi, un Reparto di Chirurgia di Palermo ha dovuto chiudere. Tutti sappiamo quanto è difficile lavorare quando il collega si ammala e non viene sostituito, perchè quando si lavora in pochi basta poco per fare saltare il banco. Alla Direzione Sanitaria questi problemi non interessano e quindi ci troviamo da soli a fronteggiareun carico di lavoro pesantissimo, a titolo gratuito, senza avere nessun euro in più e neanche un grazie: lo facciamo per i pazienti, per cercare di non creargli un disguido o per evitare che perdano quela visita o quell'esame che stanno aspettando da tempo. Ma lavorando in maniera così stressante rischiamo di sbagliare e di ricevere da quei stessi pazienti una denuncia o peggio un pugno sul naso. D'altro canto la salute è il bene più prezioso e non possiamo permetterci il lusso di gestirlo in maniera frettolosa o senza la dovuta concentrazione.
Tutti noi dovremo fare chiudere il nostro Reparto quando ci accorgiamo che stiamo tirando troppo la cinghia per sopperire quelle carenze già croniche ed aggravate da improvvise assenze o (sempre più spesso) da una maternità o da un pensionamento non sostituite.
Meditate e non aspettate di implodere prima di convincervi.
Medici malati, ospedale chiuso

giovedì 10 febbraio 2011

I polli di Renzo







Quando medito sulla situazione dei medici italiani non posso fare a meno di pensare a quella straordinaria pagina nei Promessi Sposi, in cui si descrivono i polli che Renzo sta portando in dono all'avvocato Azzeccagarbugli: prossimi ad essere cucinati pensano solo a beccarsi ostinatamente tra loro.
Questa immagine, così sapientemente e sarcasticamente descritta, richiama quella che è la nostra situazione: non solo assistiamo passivi ed amorfi al nostro continuo e crescente massacro, ma quella poca grinta che ci è rimasta la tiriamo fuori solo per litigare tra noi, per interessi di soldi o carriera, o  per semplice prestigio personale. L'unione fa la forza e noi invece che unirci e rispettarci a vicenda (la nostra figura è la più importante ed indispensabile in una società) giochiamo a farci del male...e ci stiamo riuscendo benissimo: la pentola è pronta! 



sabato 5 febbraio 2011

Pubblicità Progresso





In allegato il sito con uno spot pubblicitario che forse molti di voi avranno già avuto modo di conoscere, relativo ad una società che si occupa di risarcimenti nel mondo della Sanità e quindi invita tutti quelli che ritengono di avere subìto danni in ambito sanitario a rivolgersi a loro, a spese zero, per valutare se è il caso o meno di procedere con la richiesta danni e quindi con la denuncia. Esistono molti altri siti simili, anche di singoli avvocati che invitano a inviare loro la documentazione per verificare se ci sono possibilità di chiedere risarcimento. In alcuni addirittura  cercano di spronare gli indecisi affermando che non si devono fare scrupoli a chiedere risarcimenti a medici che, seppur encomiabili per gli sforzi profusi, hanno comunque sbagliato diagnosi o terapia. In altri, per spronare gli indecisi, li invitano a donare il risarcimento ad enti di beneficienza. In alcuni  ospedali del nord mi sono arrivate segnalazioni di avvocati che si aggirano negli ospedali alla ricerca di potenziali clienti (sopratutto tra extracomunitari) con la stessa finalità: contestare l'operato dei sanitari e chiedere soldi. Questo perchè:
-la Sanità è ormai l'unico settore dove è facile ottenere riconoscimenti (anche quando sono discutibili o dubbi) e facili ed ingenti risarcimenti (se avete qualche amico assicuratore chiedetegli se è vero)
-è stata recentemente introdotta la possibilità di un particolare rapporto tra avvocato e cliente, definito  la quota lite, in passato vietato (di buon senso ce ne è sempre di meno): in pratica l'avvocato può essere pagato in termini di percentuale su quello che sarà l'esito del risarcimento.
Le denunce in ambito sanitario si stanno accrescendo in maniera esponenziale e questo è un fenomeno destinato ad aumentare: è vero che ci stiamo americanizzando, ma negli USA c'è un sistema sanitario molto diverso dal nostro e soprattutto stipendi di gran lunga superiori; va anche detto che la riserva di medici statunitensi si sta esaurendo e sono tutti molto preoccupati: intanto stanno importando  molti medici stranieri, soprattutto asiatici e sudamericani.
Ci stanno massacrando e noi continuiamo a guardare in silenzio...
Pubblicità Progresso

I medici ed il suicidio




Cari Colleghi, care Colleghe,
l'allegato di oggi non è proprio il massimo dell'allegria ma va considerato e merita delle riflessioni. Lo stress legato alla nostra professione è ormai diventato insopportabile. Quando ci si trova protagonisti di un errore professionale l'impatto emotivo è terribile: oltre che alle conseguenze giudiziarie e spesso mediatiche c'è anche la consapevolezza di avere tragicamente cambiato il destino di una persona, giovane o anziana che sia. In questi casi il dolore non è mai unilaterale, non è solo quello del paziente o dei suoi parenti e amici ma è anche il tuo, anche se nessuno lo vede o lo crede. Poco importa se l'errore è stato causato anche da un'organizzazione del lavoro sbagliata o irrazionale, da turni massacranti e disumani, dalla disponibilità di servizi o strumenti inadeguati: in quel momento queste considerazioni non hanno più importanza e tu ti trovi solo ed abbandonato al centro di un terribile vortice dal quale se non sei adeguatamente forte e saldo, rischi di non uscire.
Medici a rischio suicidio