Fare
il medico nella nostra società sta diventando impossibile ma nessuno
sembra accorgersene.
Non
una parola dai mass media, sempre alla caccia del medico assassino da
sbattere in prima pagina.
Non
una parola dai nostri politici, sempre pronti ad inviare ispettori di
fronte ai casi di malasanità, ma mai in grado di affrontare
adeguatamente i nostri problemi, da cui di fatto dipende la
funzionalità del sistema sanitario.
Non
una parola dai pazienti (fatte rare eccezioni), che giustamente
pretendono di essere curati al meglio ma che raramente ringraziano
quando vengono curati al meglio, a spese di sacrifici personali, di
straordinari non retribuiti e di scelte coraggiose che, se non
efficaci, a prescindere dalla loro validità, ci verranno addebitate
a carissimo prezzo.
Ma
non è da queste figure che possiamo pretendere di essere
rappresentati e difesi. Il problema è che il più assordante
silenzio proviene proprio dalla nostra categoria.Troppo presi a
difendere il nostro orticello, i nostri interessi, la nostra
carriera, così da non renderci conto che il terreno ci sta franando
intorno e che tra poco tutti cadremo, chi prima, chi dopo.
Il
sistema sta implodendo e i primi a fare il botto, un grande botto,
saremo noi, eppure continuiamo ad andare avanti sperando che tutto
vada bene e magari lanciando giudizi critici e supponenti verso altri
colleghi alle prese con problemi penali, senza tenere presente un
vecchio proverbio "Quando
vedi il fuoco in casa dei vicini, prendi un secchio di acqua e
corri a casa tua".
Se
fossimo una categoria più unita e coraggiosa ci troveremmo tutti a
combattere con la bava alla bocca per cambiare il nostro "status":
-per
ottenere in primo luogo la depenalizzazione dei reati colposi legati
alla nostra professione, che è troppo a rischio: un rischio
riconosciuto in quasi tutti i paesi del mondo (eccetto che Messico,
Polonia ed appunto Italia) e che ci sta privando di quella serenità
necessaria per lavorare lucidamente.
-per
avere garantita la tutela del riposo: perchè un pilota non può
guidare un aereo (che come è noto è manovrato al 95% dal computer)
se non ha usufruito delle ore di riposo previste mentre i medici
sono sottoposti a turni massacranti che diventano disumani se
un collega si ammala, va in pensione o in maternità? Ma quando un
Ministro va a fare un'ispezione in un Ospedale, queste cose le
valuta?
-per
avere un tetto sui risarcimenti per errore medico, un tetto
ragionevole (come in altri paesi) ma no illimitato come avviene oggi;
un risarcimento che non può essere garantito anche al parente di
VII° grado o al vicino di casa. Hanno trasformato la Sanità in un
bancomat-supernalotto, terreno di conquista per i tanti (troppi)
avvocati presenti nel nostro paese.
-per
modificare la legge sulla privacy, che sta rendendo il nostro lavoro
sempre più difficile e complicato, nonchè pieno di inghippi e
trappole (civili e penali) ai limiti del razionale.
-per
garantire una certa libertà nella gestione dei casi clinici: le
linee guida sono importanti, ma spesso non adeguatamente aggiornate o
condivisibili (tanto è che a volte al successivo aggiornamento
vengono anche drasticamente modificate).
-sarebbe
da aggiungere che meritiamo stipendi ben più alti ed adeguati alle
nostre responsabilità ed impegni ma questo, seppur importante come
aspetto mi sembra irrisorio rispetto alle altre problematiche che
minano tra l'altro, oltre che la nostra libertà, anche il nostro
partimonio.