lunedì 19 maggio 2014

Verso l'oscurità



Fare il medico nella nostra società sta diventando impossibile ma nessuno sembra accorgersene.
Non una parola dai mass media, sempre alla caccia del medico assassino da sbattere in prima pagina. 
Non una parola dai nostri politici, sempre pronti ad inviare ispettori di fronte ai casi di malasanità, ma mai in grado di affrontare adeguatamente i nostri problemi, da cui di fatto dipende la funzionalità del sistema sanitario.
Non una parola dai pazienti (fatte rare eccezioni), che giustamente pretendono di essere curati al meglio ma che raramente ringraziano quando vengono curati al meglio, a spese di sacrifici personali, di straordinari non retribuiti e di scelte coraggiose che, se non efficaci, a prescindere dalla loro validità, ci verranno addebitate a carissimo prezzo.
Ma non è da queste figure che possiamo pretendere di essere rappresentati e difesi. Il problema è che il più assordante silenzio proviene proprio dalla nostra categoria.Troppo presi a difendere il nostro orticello, i nostri interessi, la nostra carriera, così da non renderci conto che il terreno ci sta franando intorno e che tra poco tutti cadremo, chi prima, chi dopo.
Il sistema sta implodendo e i primi a fare il botto, un grande botto, saremo noi, eppure continuiamo ad andare avanti sperando che tutto vada bene e magari lanciando giudizi critici e supponenti verso altri colleghi alle prese con problemi penali, senza tenere presente un vecchio proverbio "Quando vedi il fuoco in casa dei vicini, prendi un secchio di acqua e corri a casa tua".
Se fossimo una categoria più unita e coraggiosa ci troveremmo tutti a combattere con la bava alla bocca per cambiare il nostro "status":
-per ottenere in primo luogo la depenalizzazione dei reati colposi legati alla nostra professione, che è troppo a rischio: un rischio riconosciuto in quasi tutti i paesi del mondo (eccetto che Messico, Polonia ed appunto Italia) e che ci sta privando di quella serenità necessaria per lavorare lucidamente.
-per avere garantita la tutela del riposo: perchè un pilota non può guidare un aereo (che come è noto è manovrato al 95% dal computer) se non ha usufruito delle ore di riposo previste mentre i medici  sono sottoposti a turni massacranti che diventano disumani se un collega si ammala, va in pensione o in maternità? Ma quando un Ministro va a fare un'ispezione in un Ospedale, queste cose le valuta?
-per avere un tetto sui risarcimenti per errore medico, un tetto ragionevole (come in altri paesi) ma no illimitato come avviene oggi; un risarcimento che non può essere garantito anche al parente di VII° grado o al vicino di casa. Hanno trasformato la Sanità in un bancomat-supernalotto, terreno di conquista per i tanti (troppi) avvocati presenti nel nostro paese.
-per modificare la legge sulla privacy, che sta rendendo il nostro lavoro sempre più difficile e complicato, nonchè pieno di inghippi e trappole (civili e penali) ai limiti del razionale.
-per garantire una certa libertà nella gestione dei casi clinici: le linee guida sono importanti, ma spesso non adeguatamente aggiornate o condivisibili (tanto è che a volte al successivo aggiornamento vengono anche drasticamente modificate).
-sarebbe da aggiungere che meritiamo stipendi ben più alti ed adeguati alle nostre responsabilità ed impegni ma questo, seppur importante come aspetto mi sembra irrisorio rispetto alle altre problematiche che minano tra l'altro, oltre che la nostra libertà, anche il nostro partimonio.





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